Progetti

Io sono disponibile a lavorare su progetti innovativi, in vari ambiti della tecnologia, in particolar modo, nei settori che favoriscono attività etiche, come la salvaguardia ambientale, gli ausilli alle persone, l’utilizzo della robotica e dell’intelligenza artificiale per scopi umanitari o didattici.

A tal proposito ho in serbo alcuni progetti che vorrei condividere con persone o enti interessati a questi ambiti di ricerca.

Potete contattarmi direttamente, per ulteriori informazioni, al seguente indirizzo e-mail: romeo.ceccato@gmail.com.

Salvaguardia ambientale

Per esempio: il Veneto ha circa 15 laghi, Lago di Garda, Lago di Santa Croce, Lago di Misurina, Lago di Centro Cadore, Lago Ghedina, Lago di Sorapis, Lago di Alleghe, Lago di Auronzo, Lago del Mis, Lago Coldai, Lago Federa, Lago di Limides, Laghetto delle Tose, Laghi di Revine, Lago di Fimon.

Io credo che sarebbe opportuno tenere monitorata la situazione delle acque.

Si può fare? SI!

Costa molto? NO!

Si può automatizzare questa attività, con droni di superficie e intelligenza artificiale, basta volerlo!

sono a disposizione per questo progetto, se a qualcuno interessa!

Credo di avere le giuste competenze e di conoscere le organizzazioni locali, italiane ed internazionali, con le quali operare, sin dalle fasi preliminari di un progetto che ritengo essere importante per la salvaguardia del nostro territorio.

Robotica didattica

Nell’ambito della didattica, sarei disponibile alla costruzione di robot, come quello rappresentato in immagine, adatto per l’interazione con anziani e bambini, che utilizza il framework Cheshire cat.a.i.

Il progetto è potenzialmente già operativo: quasi tutti i software sono già stati realizzati, ma sto cercando qualche ditta o Ente che mi possa finanziare.

E’ già disponibile il software e anche l’hardware per Q.bo STEM.

Sistemi robotici di sicurezza

Sono disponibile a valutare dei lavori inerenti la realizzazione di sistemi robotici per la sicurezza che fanno uso di droni, robot ed applicativi di intelligenza artificiale.

Robotica assistenziale

Sono disponibile a valutare collaborazioni per la realizzazione di applicazioni di intelligenza artificiale e robotica inerente l’assistenza a persone disabili ed anziani.


Progetto Know-how

Le “maestranze” sono la spina dorsale dell’azienda, sono le persone che con le loro competenze, acquisite sul campo, spesso hanno apportato quello che viene definito “valore aggiunto”, sono i “generatori della qualità”, sono quelli, che nel tempo, hanno garantito, con la loro professionalità, ma anche con la loro umanità, una stabilità all’impresa, alla ditta, all’azienda, al laboratorio, o, in qualsiasi luogo queste persone, siano state impiegate.

L’utilizzo dell’espressione Know-how non fa solo riferimento ad una conoscenza applicata, alla conoscenza delle modalità teorico pratiche relative ad un processo o all’impiego di un macchinario o apparecchio, ma anche al bagaglio culturale di coloro che, negli anni, hanno contribuito alla “vita lavorativa”.

Tale competenza rappresenta un vantaggio competitivo ed è un valore che, entro certi parametri, può essere tutelato sul mercato, un valore che non deve essere perso o buttato via a fine carriera.

In ambito aziendale il Know-how può essere tecnologico, ossia riguardare lo sviluppo e l’impiego di una tecnologia utilizzata nella produzione.

Può essere inoltre strategico, se riguarda le informazioni circa l’organizzazione imprenditoriale che permette di differenziarsi dalla concorrenza.

Anche il marketing e la commercializzazione di un prodotto ricadono nell’ambito del Know-how di un’azienda.

In questo caso si può parlare di Know-how commerciale.

Non ultimo per importanza, l’ambito logistico o finanziario del Know-how, connesso alle attività gestionali.

Se vogliamo, il know-how è un patrimonio di conoscenze tecniche e pratiche e anche teoriche, connotate , a volte, da requisiti di segretezza e originalità, atte a ottimizzare processi produttivi industriali ma non solo, anche artigianali od artistiche, brevettate o meno, o comunque inidonee ad essere tutelate, tramandate diffuse in un ambito ristretto a anche in un ambito sociale, in quanto non sempre consistenti in risultati industriali specificamente individuabili.

Nell’ambito pratico, la manodopera esperta (spesso) è quella più anziana!

E’ un dato di fatto: nelle imprese manifatturiere la manodopera esperta è quasi sempre quella più anziana.

Di per sè non è un problema, ma lo diventa solo quando nell’organizzazione non si intravvede la possibilità di trovare validi sostituti nel momento in cui questa manodopera esperta lascerà l’organizzazione.

Al giorno d’oggi non sempre le scuole professionali che “insegnino un mestiere operativo”, lo possono fare con i criteri di un tempo, vuoi per una tecnologia divers, vuoi per un approccio globale che non tiene in debita considerazione ciò che di fonamentale le scuole di una volta avevano: la praticità manuale, che è propedeutica ad un corretto approccio al lavoro.

L’istruzione superiore quasi non tiene in considerazione l’importanza della “manualità delle cose” e l’istruzione universitaria difficilmente prepara laureati con competenze anche operative!

La formazione dei neo-assunti nelle aziende e la sostituzione del personale esperto rappresentano un’area di grande criticità organizzativa.

Il problema del ricambio generazionale sta dunque diventando un’emergenza, anche in considerazione di un corretto atteggiamento nei confronti di un upgradamento tecnologico spinto all’automazioni in qualsiasi ambito produttivo: saper battere velocemente i tasti su una tastiere non è sintomo di competenza! Saper manovrare un robot, un drone o un avatar non garantisce la qualità di un prodotto!

In questo periodo storico stanno ancora lavorando nelle nostre fabbriche operai che sono stati formati negli anni ’80 e ‘90 ( i boomers), quando c’era la copresenza di due fattori critici non trascurabili: era ancora in funzione un sistema formativo che preparava le nuove generazioni ad assumere un ruolo di tecnico in fabbrica e che allo stesso tempo era in grado di fornire i fondamenti necessari per poter avviare una nuova professione.

Il trapasso delle nozioni avveniva in modo quasi automatico sia perché i macchinari erano più semplici di quelli odierni e sia perché c’era il tempo fisico per permettere che tale scambio avvenisse.

Diventa dunque strategico assistere i nuovi tecnici permettendogli di accedere all’esperienza storica delle scelte tecniche, già avvenute in passato (cosa che diventa estremamente utile in particolare anche quando le persone esperte non fanno più parte di un’organizzazione) o hanno smesso l’attività, anche artigianale o artistica, oppure lo stanno per fare!

Il progetto Know-how, che mi piacerebbe portare alla luce, prevede la sinergia di uno staff tecnico che sia in grado di “confezionare” una piattaforma mulltimediale adattabile ad ogni esigenza tecnico pratica, tale da poter “incapsulare” quel “bene prezioso” che chè è il prodotto dell’arte.

Da parte mia potrei di collaborazioni con operatori video, intervistatori, informatici, ad altre figure professionali, che a vario titolo, possono garantire il “recupero testimoniale” tarandolo sulle esigenze di coloro che ritengono importante non “perdere la memoria” di certe “arti e professioni”.

In un mondo sempre più tecnologico e sofisticato, dove il consumismo consuma le nostre vite, cercare di preservare almeno la memoria di certi lavori, a mio avviso è fondamentale.

Il valore di molte attività manuali diventerà sempre più ricercato, riporto alcuni esempi a riguardo:

Edo Janich: Friulano di origine ma cresciuto e vissuto per lo più a Roma, Palermo, Venezia, è un artista totale: scultore, pittore e soprattutto incisore.

Dicono di lui: “Non ha mai fatto parte di correnti, gruppi, mode, tendenze. Tutt’altro, forse è lui in grado proprio di fare tendenza. Se da una parte si riconoscono in lui solidi e ben metabolizzati riferimenti ai grandi artisti del passato, dall’altra le sue opere non sono moderne né contemporanee, ma presidiano un nitido orizzonte di futuro e si stagliano superbe ben sopra il panorama dei manieristi d’oggi soggiogati dalle trasgressioni e che nulla aggiungono di nuovo alla storia dell’arte. Produce immagini capaci di mostrare una realtà nuova delle cose, partecipe meravigliosamente dell’universo tramite lo splendore della luce. La sua feroce passione creativa che quotidianamente lo sorregge, si nutre contemporaneamente di una quasi infantile limpida libertà d’inseguire colta poesia e di una ostinata energia febbrile, che dominando abilmente mezzi manuali e tecnica, asseconda invenzioni di scena efficaci e raffinate. Così i riferimenti a codici architettonici, pittorici e letterari si fondono e danno vita a sorprendenti e nuovi spaccati culturali. Gesti, anime, spazio, trovano una particolare finezza. Le sue forme cave e sinuose giocano con la luce fino a proporre scorci di dialogo con suggestive interiorità, mentre un’infinità di segni quasi puntiformi fanno della luce il modo di rincorrere lo spazio, l’anima e la poesia.”

Giuseppe Greco è nato a Manduria (Puglia) nel 1970.

Nel 1987, dopo aver conseguito il diploma di “maestro d’arte” presso l’Istituto d’Arte di Lecce, si trasferisce a Roma diplomandosi presso la locale Accademia di Belle Arti nel 1991. Contemporaneamente studia alla scuola dell’”Arte della Medaglia”. dell’Istituto Zecca dello Stato. Dal 1986 partecipa a concorsi nazionali e viene premiato dall’Istituto Pio Catel di Roma, dal Comune di Greccio (Lazio), dall’Ambasciata del Sud Africa a Roma e dall’Istituto Nazionale INPDAP.

Nel 1997 collabora con lo scultore e incisore Edo Janich alla realizzazione degli ornamenti per la nuova chiesa di San Pietro a Bagheria (Sicilia) e alla realizzazione della Meridiana posta davanti alla Banca Centrale d’Italia a Roma. In occasione del Giubileo del 2000 incide, con Patrizio di Sciullo, la mappa monumentale di Roma per conto della Biblioteca Vaticana. Con quest’opera vince il premio “Ostia Antica” come migliore opera realizzata per il Giubileo da un artista italiano. Nel 2001 costruisce la propria fonderia a Manduria e realizza un monumento in bronzo di 15 piedi a S. Pancrazio Salentino (Puglia). Produce anche dipinti, sculture, incisioni, design e gioielli.


Devid Andreazza: Artigiano del ferro battuto, vive in provincia di belluno, ed oltre a battere il ferro sona in una band musicale, mettendoci la stessa passione!


Chiara Cesaro: L’arte delle piccole cose, quelle fatte con amore e fantasia che generano poesia.

Ma quante altre sono le attività umane che si stanno perdendo?

Dall’arte della doratura o l’arte della tecnica dei “lavori in foglia d’oro”:


o delle realizzazioni murarie in “arte incerta”:


O alla realizzazione di mosaici o, ancora, all’attività amanuense, come quella di Aldo Jotti:

o alla regatoria dei testi antichi, quelli che ci hanno tramandati la cultura su cui si fondano i principi dei ogni convivenza civile.

Per questo, mi piacerebbe poter avere l’opportunità di poter portare a compimento questo progetto con le persone che ritengono di condividere questi principi.

Progetto recupero edilizia industriale

La Regione Veneto ad esempio, conta più di 92mila capannoni industriali (32mila solo a Padova e Treviso).

Molti dei quali, 11mila (il 12% del totale) dismessi e inutilizzati.

L’obiettivo del progetto Capannoni On/Off, che utilizza lo strumento del “geoportale” (portale con geolocalizzazione delle informazioni) per mettere insieme e rendere pubbliche e facilmente accessibili banche dati di enti diversi: dal Catasto all’Agenzia Entrate, e poi Comuni, Province, Registro imprese camerale, gestori di reti come Tim, fornitori di utilities come Acegas, Amga, Ascopiave, Etra, Contarina. Tutte le informazioni del geoportale, a cui si accede con una ricerca per chiavi come Comune, superficie, stato dell’edificio, dotazioni e servizi, saranno uno strumento a disposizione delle Amministrazioni per la programmazione territoriale, per i piani di riassetto e rigenerazione urbana, per l’infrastrutturazione digitale, ambientale ed energetica. Ma potranno essere utili anche alle imprese che hanno bisogno di strutture, ai progettisti e agli operatori delle costruzioni per il recupero e riuso. La banca dati sarà insomma l’infrastruttura immateriale da cui partire per trasformare strutture dismesse o degradate da costo ambientale, sociale ed economico a patrimonio da rivitalizzare a vantaggio della competitività del territorio.


Quanto sopra può suggerire alcune opportunità di progetti da realizzare, per esempio:


Acquaponica

Acquacoltura + Idroponica = Acquaponica

L’acquaponica è un sistema di coltivazione fuori suolo, che si basa sulla sinergia tra pesci, piante e batteri creando un ecosistema in equilibrio e resiliente dove gli scarti dei pesci vengono adeguatamente elaborati dai batteri e trasformati in nutrimento per le piante.

Quest’ultime, filtrando l’acqua con le radici crescono vigorose e produttive, permettendo ai pesci di vivere in salute.

Per realizzare un impianto acquaponico è necessario assicurare un ambiente ospitale a tutti gli organismi che entrano in gioco.

Il dimensionamento della vasca dei pesci in funzione dello spazio dedicato ai batteri e alle piante, e viceversa è uno dei fattori principali della opportunità inerenti il recupero di questo tipo di edilizia.

Infatti in una coltura acquaponica è fondamentale assicurare un giusto equilibrio tra le varie componenti del sistema.

La scelta dei materiali e delle dimensioni del sistema influenzeranno il costo di un sistema di coltivazione acquaponico.

I sistemi possono essere monitorati e dotati di automazioni varie.

La progettazione e la realizzazione di tali impianti quindi potrebbe essere dunque un motivo di particolare interesse per il recupero di ambienti industriali, associandolo alla opportunità di installazione di pannelli solari, per la produzione di energia.


Magazzini stoccaggio temporaneo merci

Sono sempre più le famiglie o singoli individui che necessitano di spazi per il Self Storage, ma a volte i prezzi sono abbastanza importanti da sostenere.

In questo senso, molti degli spazi industriali dismessi, potrebbero essere recuperati ed assumerebbero un notevole aiuto alle necessità di molte persone.

Potrebbero essere utilizzati sistemi di monitoraggio e controllo degli accessi, impianti di allarme opportunamente dimensionati e, laddove lo si necessitasse, dotando questi luoghi di addirittura una guardiania,

Anche in questo caso le superfici potrebbero essere fonti di energia, derivante dall’utilizzo di pannelli solari.


Datacenter

Le moderne esigenze di gestione delle reti informatiche, delle elaborazioni dei dati inerenti il mondo dell’intelligenza artificiale e il cloud computing, potrebbero essere una grande oppotunità per alcune delle strutture dismesse, in special modo se asservite da cabine di media/bassa tesnione.

Le esigenze sempre crescenti della gestione dell’infrastruttura dei data center (DCIM) creano però una sfida bruciante: il calore.

Il raffreddamento ad aria tradizionale fatica a tenere il passo, minacciando le prestazioni del data center e la durata delle apparecchiature.

Il raffreddamento a liquido è la soluzione più efficace per i moderni data center con una maggiore efficienza e una maggiore capacità di raffreddamento.

Per mantenere le CPU, le GPU e gli switch di rete ad alta potenza entro le specifiche termiche, le unità di distribuzione del refrigerante (CDU) offrono una capacità di raffreddamento più ampia ai circuiti di raffreddamento a liquido e alle piastre di raffreddamento che si interfacciano termicamente direttamente con le fonti di calore per una maggiore efficienza e una maggiore flessibilità rispetto al tradizionale raffreddamento ad aria.

Pertanto, potrebbero alcune strutture potrebbero essere opportunamente coibentate, dotate di impianti di climatizzazione e raffreddamento per l’asservimento a questo tipo di esigenze tecnologiche, nonché di impianti elettrici e di comunicazione opportunamente dimensionati, cosiccome impianti di monitoraggio e sicurezza ed eventuali guardianie presidiate.

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Produzione di energia dai rifiuti

L’ingegner Domenico Tanfoglio, dice che l’impianto andrà trasformerà rifiuti di qualsiasi natura in materie prime.
In completo automatismo produrrà gas, gasolio sintetico, carbone e calore.
Inoltre recupererà metalli separandoli nella loro specie.
Separerà materiali inerti come vetro, ad esempio: i prodotti ottenuti saranno pronti per l’utilizzo e non ci sarà nessun residuo da dover buttare in discarica.

Se questa macchina fosse installata all’interno di ambienti industriali capienti ed adottata per assolvere allo smaltimento di rifiuti, si potrebbe di nuovo utilizzare l’edilizia industriale di alcuni depositi, capannoni, aree, che sono degradate, con un grande beneficio per i comuni che adottano una tale soluzione.

Speed Energy

Le vie di trasporto a grande percorrenza potrebbero essere dei siti ideali per l’installazione del microeolico, specialmente quando abbinato alla produzione e stoccaggio di energia effettuato con batterie al sale ottenuto anche con materiali riciclati dai pannelli solari.

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