Story Time – RADIO CANALE ITALIA

Una intervista rilasciata a Story Time – RADIO CANALE ITALIA sul futuro della robotica da Romeo Ceccato.

Intervista_04_11_2024:

Prima domanda

I robot sono sicuramente il futuro. Qual è il futuro dei robot?

I robot sono delle macchine, ed in quanto tali hanno una parte hardware che è materica, quindi l’evoluzione dei robot per quanto riguarda la loro costituzione è qualcosa che ha a che vedere con la loro fisicità. A mio avviso ci sono dei macrosettori tecnologici che vengono interessati in questo, per citarne alcuni:

Nanomeccanica: cheè un ramo della “nanoscienza” che si occupa dello studio e delle applicazioni delle proprietà meccaniche (elastiche, termiche e cinetiche) fondamentali dei sistemi fisici su scala nanometrica, in particolar modo per nano-motori e materiali per accumulo energetico che è sicuramente uno dei punti critici, per quanto riguarda la robotica.

Biomateriali: dove con il termine biomateriale si intende una tipologia di materiale che si interfaccia bene con i sistemi biologici, siano essi tessuti viventi, ma anche microrganismi o organismi in genere.

L’ambiente operativo di un biomateriale è fisiologico, caratterizzato da una notevole attività chimica e da un elevato intervallo di sollecitazioni meccaniche.

Un concetto fondamentale per quanto riguarda i biomateriali è quello di biocompatibilità, che è l’abilità di un materiale di agire determinando un’appropriata risposta dell’ospite in una data applicazione.

Elettronica quantistica: Nel campo dell’elettronica di potenza, ci sono studi che promettono dispositivi più compatti, potenti ed incredibilmente efficienti.

(in questo campo sono in contatto con Marcello Colozzo, un matematico che si occupa della fisica dei sistemi a semiconduttore).

Per la parte software invece, ovviamente l’evoluzione dei robot è conseguente agli algoritmi di intelligenza artificiale che, come possiamo notare dalle applicazioni proposte sul mercato dalle varie multinazionali del settore, come OpenAi (chat-gpt), Meta (Lama), Google ( gemini ex Bard), ma soprattutto quelle incorporate dall’ecosistema Hugginface (opensource) ( X grok), ma anche Nvidia, ed altri minori.

Quindi a mio avviso, la parte più interessante, per quanto riguarda il futuro dei robot, riguarda proprio la combinazione sinergica tra quantum computing e gli algoritmi di intelligenza applicata a reti neurali, che potranno non essere solo software, ma vere e proprie reti biologiche, neuroni veri come quelli… dei bio-computer… di cui ho accennato anche sul libro MMC.

… In realtà, già oggi, sono pronti i primi ‘bio-robot’ fatti di cellule animali (Xenobot) o umane, costruiti a partire da quelle della trachea: si chiamano Anthrobot e sono in grado di muoversi autonomamente e di assemblarsi in strutture più grandi, hanno anche dimostrato di poter aiutare la riparazione di tessuto nervoso danneggiato coltivato in laboratorio, per arrivare al concepimento di veri e propri “computer organici”…

Vedasi: https://www.dday.it/redazione/48592/questo-incredibile-computer-biologico-ha-un-processore-fatto-da-veri-neuroni

Seconda domanda

Pensa che l’uso massivo di tecnologie robotiche sempre più sofisticate comporterà nuove e diverse implicazioni etiche?

L’implicazione di una intelligenza artificiale che potenzialmente può essere riferita a implementazioni di meccanica quantistica e computazione, con l’apporto di reti neurali fisiche a tecnologia organica, ha, per ragioni di forza maggiore, delle implicazioni etiche sulle potenzialità di impiego di “macchine” che sempre più hanno similitudini comportamentali che coinvolgono l’empatia, che è uno dei motori delle menti animali più importanti.

Qualche anno fa, ho utilizzato il mio pylot robotico: QBO STEM, in occasione di una serata che ho tenuto presso la sede didattica della G-Tronic Robotics di Padova

Era una serata dedicata appunto alle implicazioni etiche dell’uso della intelligenza artificiale e della robotica di frontiera.

In quella sede ho fatto definire la misura dell’etica umana, riferendola a tre concetti fondamentali:

1) le condizioni di vita della popolazione umana, ovvero, il valore percentuale della popolazione che soffre la fame e che vive al di sotto della soglia di povertà, che 3 anni fa era di circa il 9%.

2) la condizione sanitaria in cui vive il genere umano in questo contesto di civilizzazione, che secondo dati della banca mondiale della OMS, non raggiunge la soglia delle cure di base e di circa il 50% della popolazione mondiale.

3) la scadenza dell’Earth Overshoot Day che (Nel 2024 è caduto il 1º agosto), ma nel 2021 era il 29 Luglio. (l’heart overshot day rappresenta il consumo a debito delle condizioni energetiche terrestri.

Con soli questi tre dati, dice il robottino, il valore dell’etica umana, fatica a raggiungere il 25%.

Quello che sicuramente ho potuto constatare in questi ultimi anni è che, tanto poco si investe su robotica assistenziale quanto più si investe su robotica da guerra.

Terza domanda

Da sempre l’uomo ha avuto timore che l’uso delle “macchine” potesse erodere i suoi spazi di lavoro. Oggi i robot sono utilizzati ordinariamente in moltissime catene industriali e, anche in medicina, sono utilizzati per lo svolgimento di attività di precisione anche molto complesse. Secondo lei determinano ancora stati di insicurezza, togliendo “umanità” ai processi produttivi o alle relazioni interpersonali?

Uno dei sogni che ho sempre cercato di portare alla sensibilità delle persone con le quali ho collaborato, è quello di realizzare il mio “progetto avatar”, sarà perché le mie origini sociali mi hanno portato a vivere un condensato del tempo che va dal medioevo fino allo sviluppo di algoritmi di intelligenza artificiale, partendo dall’aiutare il nonno nei campi, vivendo i primi anni della mia vita anche in una casa non asservita dai servizi principali come l’acqua, il riscaldamento, in pratica dove era da poco arrivata la “corrente elettrica”.

Me le ricordo bene le giornate passate a tagliar l’erba con la falce, o andare a far legna in montagna.

La mia mente mi riporta alle esperienze di mio padre, emigrante in Francia a lavorare in miniera, attività del tutto equivalente a quella dei bambini sfruttati al giorno d’oggi in Congo, per l’estrazione del cobalto.

Oppure, per altri versi i lavoratori delle catene di montaggio, lavoratori che vengono sfruttati come schiavi nella raccolta di frutta e di ortaggi, e a tal proposito potrei portare moltissimi altri esempi.

Il mio sogno era appunto quello di usare degli avatar per fare determinate tipologie di lavoro, come lavori pericolosi o usuranti, potrei dire che apprezzo moltissimo lo sforzo per la realizzazione di “fabbriche completamente automatizzate”, in sintesi sono a favore dell’impiego di tutta la tecnologia possibile per gli impieghi che lascino libero l’essere umano di rimanere a contatto con la natura, sviluppare la ricerca in tutti i settori, in modo da ottenere una maggior consapevolezza della sinergia necessaria per vivere armoniosamente con tutti gli esseri viventi e non considerati tali, come i materiali inerti, nel rispetto della natura, a partire da una semplice equazione: se noi consumiamo più energia di quanta ne riceviamo dalla nostra stella, siamo, per forza di cose, in un percorso che ci porta alla estinzione.

Questo significa che il genere umano dovrebbe non essere assoggettato a giochi economici, che poi, di ecologico hanno ben poco.

In questi giorni sto traducendo il mio ultimo libro in varie lingue, questo libro si intitola Misure Monitoraggio e Controllo, e spero possa essere letto, da coloro che intendono approcciarsi alle nuove professioni, che per altro, necessitano di una cultura scientifica mai richiesta sino ad ora.

Solo con lo studio approfondito di tutte le materie, non solo quelle scientifiche, si potrà dare origine a nuove bellissime ed interessantissime professioni che favoriscono il benessere e la felicità: abbiamo bisogno di “imparare ad imparare”, abbiamo bisogno di formule utili, non di chiacchiere ad alta entropia.

Quarta domanda

Quali sono state le tecnologie abilitanti fondamentali nel determinare i progressi nell’ambito della robotica, in particolare nella fase più recente?

La maggior spinta a tal riguardo, la dobbiamo alla applicazione della matematica, in particolare alla matematica computazionale, alla logica, alla matematica superiore, che ha portato a delle teorizzazioni sul mondo quantistico, ma anche alle applicazioni della informatica quantistica. alla matematica statistica, ma in genere alla matematica che è stata portata alla luce da giganti dei secoli scorsi, come Fourier, Laplace e tutti quelli che hanno contribuito alla teoria dei segnali e dei controlli, i padri della cibernetica.

La conseguenza direttamente derivante dagli studi che hanno dato origine alla raffinatezza del linguaggio matematico, è direttamente visibile nei progressi della comprensione fisica dei fenomeni dinamici sia nel mondo subatomico che in quello macroscopico, l’avvento della applicazione delle nanotecnologie, come ho già accennato nella prima domanda.

Se però tutto questo ha un aspetto poco piacevole, è il fabbisogno energetico che comporta il contesto delle applicazioni che si basano sull’apporto delle attività tecnologiche, ovvero il consumo energetico.

Non si può non osservare che l’utilizzo di algoritmi di intelligenza artificiale si basano sull’apprendimento che può essere implementato nelle macchine inferenziali, attraverso dei processi di affinazione su quelli che vengono chiamati “big data”, immensi archivi di dati, sequenziati da circuiterie elettroniche che elaborano dati ad altissima velocità, ma che richiedono anche parecchia energia.

Per altri versi i motori dei robot sono quasi tutti motori elettrici, mentre i buoi una volta mangiavano erba e concimavano i campi.

Nella fase più recente il maggior contributo pratico alle evoluzioni software lo dobbiamo ai “transformer”, che sono appunto algoritmi matematici implementati su macchine di calcolo veloce come GPU o TPU, ma quello che è pervenuto alle persone è l’effetto empatico di macchine che, in qualche modo, simulano il ragionamento umano, o sono in grado di generare immagini,video e musica.

Di sicuro, negli ultimi anni i flussi di informazioni sono diventi sempre più “sintetici” e purtroppo, la quantità di verità che trasportano è sempre più influenzata da archetipi stereotipati.

Adesso è alla portata di molti, utilizzare la tecnologia, l’intelligenza artificiale per fare cose che fino a poco tempo fa non erano a “portata di mano”.

In altre parole, succede come se, le persone vengono abbagliate dalla luce artificiale piuttosto che dalla luce naturale,

Un vero progresso, a mio avviso, sarebbe quello della convivenza sinergica tra artefatti e esseri viventi, fintantoché sia esseri umani, che animali, non sono trattati con il dovuto rispetto, non possiamo parlare di vero progresso ma solo di “stati artificiosi di benessere” che sono privilegio di pochi e che sono il frutto dell’egoismo tipico di “intelligenze predatorie”.

Quinta domanda

Quali sono i trend attuali più importanti? Si stanno sviluppando nuove applicazioni e nuovi tipi di robotica?

Lo ho accennato nella prima domanda, io credo che in questo momento il genere umano si trovi tra le mani la possibilità di usare degli artefatti dei quali non ne conosce ancora le potenzialità, e lo si vede, a mio avviso, dalle realizzazioni che stanno mano a mano prendendo piede, i robot dalle sembianze umane, quelli che sfruttano maggiormente l’aspetto empatico e probabilmente saranno impiegati in attività ludiche, saranno “oggetti del mercato del consumo” della “Businness activity”.

Non vorrei scendere in particolari, ma l’impiego di questi manufatti, troverà sicuramente un mercato accogliente in vari settori, ci saranno sicuramente multinazionali, colossi più o meno conosciuti, che investiranno enormi capitali nella costruzione di esseri meccanici dalle sembianze umane che potranno svolgere compiti, i più disparati, d’altra parte alcuni anni fa, ho implementato nel mio assistente robotico Qbo STEM in un cameriere addetto alla reception della sala pranzo.

A me piacerebbe tantissimo che ci fosse la possibilità di impiego dei robot come coadiuvanti in molte attività, anche io sono alla ricerca di qualcuno interessato alla robotica assistenziale, ho già sviluppato dei programmi didattici per ragazzi con deficit dello spettro autistico, ma non ho trovato sin ora qualcuno in Italia, interessato alla realizzazione di robot impiegabili nell’assistenza alla persona.

Tra l’altro, a mio avviso, non servirebbero risorse ingenti, non servirebbe ricorrere a umanoidi complessi e costosi, ad esempio, mi piacerebbe realizzare un robottino a forma di gatto, che utilizza un framework di intelligenza artificiale tutto italiano che si chiama “Stregatto” (Cheshir Chat), uno di fremork agnostici opensource più performanti a livello mondiale.

(tra l’altro con questo framework ho scritto un libro di poesie ed immagini che si intitola “le poesie dello Stregatto).

Per altri versi, ad esempio, considerando in Veneto, se non sbaglio, ci sono 17 laghi, per non contare i corsi d’acqua, sarebbe utile, credo impiegare dei droni di superficie ma anche subacquei e aerei, per monitorare lo stato ambientale.

Applicazioni robotiche per uso in agricoltura, partendo dalla guida autonoma o asservita (avatar).

Alcuni anni fa avevo contattato il ministero per l’ambiente con una richiesta di parere preliminare per la costruzione di un catamarano oceanico totalmente autonomo impiegabile per la pulizia dalle plastiche, dotato di robotica e una macchina per la produzione di bio oil, bio carbone e bio gas (un pirodisilgasogneno dellla piromak).

(paradossalmente è più facile telecomandare un catamarano che una auto a guida autonoma)

Ovviamente mi hanno risposto che, non c’erano le possibilità economiche per una tale realizzazione a livello europeo, solo che qualche tempo dopo qualcuno stava già realizzando il progetto Manta”.

Quello che però sarà un settore tecnologico strategico sarà quello della nanorobotica, poiché è impiegabile in settori ad alta attenzionalità come la medicina.

Sto parlando dei xenobot, Anthrobot,

Ma, per altri versi anche di robot che sfruttano la micromeccanica, come insettoidi tipo quelli del Politecnico federale di Losanna in collaborazione con l’Integrated Actuators Laboratory e la Cergy-Pontoise University (Francia) sono del tutto artificiali, anche se ispirate agli esseri viventi.

O quelli ibridi, impiantabili su insetti.

Per altri versi, forse i più strani sono i plantoidi”: la progettazione dei Plantoidi è ispirata al funzionamento delle piante, le quali adottano strategie evolutive e tecniche di adattamento così avanzate che si parla di “intelligenza delle piante”.

(Tra l’altro sono proprio partito dalla sensoristica delle piante per cercare di incuriosire i lettori del mio libro MMC Misure Monitoraggio Controllo.)

D’altra parte, come già detto, mi aspetto delle performance notevoli, dalla sinergia tra reti neurali e quantumcomputer che potrebbero essere impiegabili ai fini della ricerca, in quanto potentissime macchine da calcolo.

Spero solo che vi siano dei limiti etici nella realizzazione di impianti neurologici o dell’impiego di certe tecnologi in ambito bellico.

Forse, al giorno d’oggi, ci sarebbe da avere più paura di una guerra condotta in termini chirurgici che non di una guerra atomica, e non voglio in questo ambito scendere in particolari, poiché ritengo estremamente deplorevole l’impiego delle nuove tecnologie per aberrazioni di impiego in tal senso, anche perché credo che la fantasia, in questo ambito, non superi una potenziale realtà.

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